Non solo mela,acqua e sole …l’importanza dell’ARIA !

 

ARIA : Non solo la mela, l’acqua e il sole …………………
Ma bisogna conoscere il funzionamento fisiologico della respirazione ed “assumerla”, l’aria, nel modo giusto.
Sembrerà una teoria stravagante, ma coloro che respirano “poco” sono meglio ossigenati e non rischiano gli attacchi d’asma, prerogativa di quelli che a bocca sempre aperta introiettano enormi volumi di aria.
Al contrario di quanto sempre, comunemente ed erroneamente insegnato, non importa quantoossigeno (O2) venga incamerato nei polmoni, ma bensì quanto ossigeno riesca a passare dal sangue alle cellule dei tessuti di tutto il resto dell’organismo;  i polmoni strapieni di ossigeno non sono garanzia di trasferimento alle cellule che, a loro volta se carenti, continueranno a mandare segnali di necessità di aria, “fregandosene bellamente” del fatto che i polmoni ne siano pieni.
Entra a questo punto in gioco il ruolo dell’ anidride carbonica (CO2), che non solo è il risultato finale della combustione energetica all’interno della cellula, ma è anche la moneta di scambio per il riapprovvigionamento dell’ ossigeno : la cellula potrà ricevere dal sangue una quantità di ossigeno proporzionale alla quantità di CO2 cedibile,  senza CO2, l’ossiemoglobina passa davanti alla cellula, non cede nulla e continua il suo viaggio.
E’ evidente a questo punto quanto sia importante “non disperdere” il nostro carico prezioso di CO2, che appunto anche se indirettamente, è fondamentale per l’ossigenazione dei nostri tessuti. Quindi, ripetendo, non dobbiamo preoccuparci di riempire i polmoni, ma bensì di fare arrivare l’O2 ai tessuti.
Il principio, seppur ampiamente snobbato nella cultura quotidiana,  risulta perfettamente relazionato nei testi della medicina convenzionale con gli studi degli scienziati Verigo e Bohr e poi sviluppati da Buteyko.
Come si disperde la CO2 : essendo questa trattenuta nel nostro organismo ad una pressione molto maggiore rispetto a quella contenuta nell’aria, basta spalancare i canali respiratori più del normale  o accelerarne la frequenza che si realizza questo perverso meccanismo.
A cosa serva una buona ossigenazione di tutte le cellule dei tessuti del nostro organismo è banalità dirlo : con nullo o scarso rifornimento il tessuto o l’organo interessato sarà malato o comunque deficitario.
Non esiste una sintomatologia diretta della carenza di ossigenazione, ma gli effetti negativi della iperventilazione (respiro rapido, superficiale e con la bocca) con la conseguente ipocapnia (ridotta concentrazione di CO2) si accertano per contrasto quando con la correzione della respirazione arrivano “inequivocabilmente” i  benefici tangibili, interessando gli apparati respiratorio, circolatorio, muscolare, immunitario e neurologico.

Il naso è l’unico organo deputato alla ventilazione, la bocca la può fare ma solamente in alcune precise situazioni; passando per il naso, a differenza della bocca,  l’aria viene odorata (segnali di piacere,  ma anche di allarme), filtrata, umidificata e riscaldata;  inoltre si evita la xerostomia, e si mantiene l’equilibrio delle cavità ossee frontali.
Per la qualità dell’aria, è inutile ripetere i banali concetti sull’inquinamento moderno  che tutti ben conoscono, ma a prescindere da ciò, è utile sapere che  in montagna l’aria è migliore non perché probabilmente  meno inquinata, ma sicuramente perché avente ossigeno più rarefatto e quindi più consona alla nostra “fisiologia respiratoria”.
Chi volesse approfondire l’argomento può consultare i chiarissimi testi in italiano delle Dott.sse Rosa Maria Chicco e Fiamma Ferraro.
In conclusione, senza  entrare in superflui  tecnicismi e per rimanere coerenti con lo spirito di questa rubrica che vuole suggerire semplici pratiche quotidiane per il raggiungimento del benessere, si possono elencare i seguenti:

 


Respirare solo col naso e mai con la bocca, salvo problemi fisici del naso stesso; nel caso di “fiatone” per una corsa o una salita di scale o simili, per quanto possibile,cercare di trattenere le labbra chiuse e fare fluire l’aria più lentamente, più lungamente e più profondamente (abbassando il diaframma e …..facendo entrare l’aria nella cavità della pancia); riuscendo in questo auto-controllo ci si accorgerà presto di come quel fiatone si “recuperi” molto prima che col vecchio metodo della “bocca spalancata.
-Imparare a mangiare, bere e parlare senza “contemporaneamente tirare dentro aria”, facendone quindi movimenti distinti, cosa che con un poco di allenamento diventa semplice per chiunque.
Quando si ha freddo, un ottimo sistema per riscaldarsi è diminuire il flusso respiratorio (si potrebbe a titolo di esperimento tappare una narice e resistendo alla tentazione di aprire la bocca, una volta raggiunto il giusto ritmo, ci si accorgerà di avere le mani o piedi meno freddi; da provare)
Nell’ emergenza di attacchi di panico, di caduta della pressione, o di semplice cefalea può risultare utile la respirazione dentro un sacchetto di carta per diversi minuti (aumentando la concentrazione di CO2 nell’aria ri-respirata, che conserva ancora una gran quantità di O2, questi disturbi potrebbero “magicamente diminuire”; provare per credere)
Eseguire regolare e quotidiana attività fisica perché, almeno per l’argomento specifico in oggetto, genera la preziosa CO2 che, abbiamo ormai imparato essere l’indispensabile moneta di scambio dell’ O2 per le cellule.
Esistono degli esercizi semplici, specifici e collaudati per migliorare la respirazione e quindi di conseguenza la salute, dei quali si trova il dettaglio nei testi consigliati, ma ritengo che con questi piccoli accorgimenti il cittadino comune possa trovare già  giovamenti notevoli, lasciando a chi voglia affrontare con maggior decisione i propri problemi di salute l’iniziativa di sperimentare per intero i protocolli definiti dal Dott. Buteyko

Cit : “E adesso so cosa devo fare: devo continuare a respirare perché domani il sole sorgerà e chissà la marea cosa potrà portarmi.”

Giuseppe Fadda – operatore olistico